L’uovo
Nel giardino della villa Reale la Croce Viola Internazionale organizzò una grande caccia all’uovo riservata ai bambini minori di dodici anni. Biglietto, ventimila lire. Le uova venivano nascoste sotto dei mucchi di fieno. Poi si dava il via. E tutte le uova che un bambino riusciva a scovare erano sue. Uova di tutti i generi e dimensioni, di cioccolata, di metallo, di cartone, contenenti oggetti bellissimi. Gilda Soso, cameriera a ore, ne sentì parlare a casa Zernatta, dove lavorava. La signora Zernatta vi avrebbe portato tutti e quattro i suoi bambini, complessivamente ottantamila lire. Gilda Soso, venticinque anni non bella ma neppure brutta,piccola, minuta, faccino vispo, piena di buona volontà ma pure di desideri repressi – con una figlia di quattro anni, anche, graziosa creatura senza nome paterno ahimè – pensò di portarci la sua bambina.
Venuto il giorno, mise alla sua Antonella il soprabitino nuovo e il cappello di feltro che la faceva assomigliare proprio alle bambine dei signori. Lei Gilda invece assomigliare a una signora non poteva, aveva abiti troppo scalcinati. Fece però qualcosa di meglio: con una specie di cuffietta si arrangiò pressappoco come una nurse e se proprio uno non stava a esaminarla col lanternino, la si poteva benissimo scambiare per una bambinaia di lusso, di quelle che hanno il diploma di Ginevra o Neuchatel. Così andarono in tempo all’ingresso della villa Reale e qui la Gilda si fermò guardandosi intorno come se fosse una nurse che aspettava la sua padrona, Intanto arrivavano le macchine dei signori e scaricavano i bambini dei signori che andavano a fare la caccia all’uovo. Arrivò anche la signora Zernatta con tutti i suoi quattro figlioli e la Gilda si trasse in disparte per non farsi vedere. Sarebbe stata per la Gilda fatica sprecata? Non era facile che si verificasse quel momento di trambusto e confusione su cui lei faceva assegnamento per poter entrare gratis con la bambina. La caccia all’uovo cominciava alle tre. Alle tre meno cinque arrivò una macchina tipo presidenziale, era la moglie di un ministro importante coi suoi due bambini venuta apposta da Roma. Allora il presidente, i consiglieri e le patronesse della Croce Viola Internazionale si precipitarono incontro alla moglie del ministro per fare gli onori e ci fu, perfino sovrabbondante, la desiderata confusione. Per cui la cameriera a ore Gilda camuffata da Nurse entrò nel giardino con la sua bambina e le andava facendo le ultime raccomandazioni perché non si lasciasse metter sotto dai bambini più grandi e più furbi di lei. Si vedevano sui prati, sparsi irregolarmente, mucchi di fieno grandi e piccoli, a centinaia. Uno sarà stato almeno tre metri, chissà che cosa c’era nascosto sotto, magari niente.
tratto da Dino Buzzati, La boutique del mistero: trentun storie di magia quotidiana, Mondadori, Milano 1968
Gilda Soso, a young mother of poor social conditions, wants that her daughter Antonella attends a special treasure hunt organized in the royal palace of the village, where eggs with special surprises are put up as a prize. Taking advantage of a moment of confusion, the mother succeeded in seeping into the garden with the daughter. The daughter cannot find any egg and another girl offered one to her, but once discovered, said she had stolen it. The situation hastens: they discover that they entered illegally and they were badly expelled from the royal palace. But at this point the mother's anger blew up , her anger is also due to a life of privations and frustrations and it is an inexorable strength: who dares to cross her , falls stone-dead, electrocuted by her words and neither the intervention of the army that is surrounding the woman's house helps. The authorities are forced to ask for an armistice and Gilda asks them an egg for her daughter. And among the great number of eggs that were offered to her she will choose neither the bigger nor the more precious but the one that was unjustly subtracted to her.
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